Ed eccoci, ai nastri di partenza di una stagione.. già partita.
Le tre settimane di mercato che hanno separato l’esordio al Tardini di Parma da quest analisi hanno imposto una piccola pausa, in quanto la possibilità che molte squadre venissero rivoluzionate in questo lasso di tempo c’era ed è accaduta.
La Serie B 2022/23 si preannuncia come la più avvincente degli ultimi 10 anni, con grandi squadre retrocesse dalla Serie A, grandi ritorni di piazze importanti dalla Serie B e, soprattutto, nuovi grandi società che hanno investito nel calcio italiano portando campioni in una cadetteria che sembra sempre di più una Serie A2.
Genoa, Parma e Cagliari, le tre sorelle
Partiamo dalle tre assolute favorite di questa stagione, due neopromosse ed una grande delusa dell’anno scorso, cioè Genoa, Cagliari e Parma.
Inutile parlare, basti guardare le rose per capire come le tre “sorelle” di questo campionato siano le assolute candidate alla vittoria del torneo.
Partendo dal grifone che ha aperto il mercato con il colpo ad effetto Coda, prelevato dal Lecce, non solo ha portato a Marassi giocatori di qualità (basti pensare il ritorno di Strootman, o lo scambio con il Venezia Aramu-Candela, senza dimenticare Puscas, Ilsanker e Yalcin), ma ha anche mantenuto uno zoccolo duro che lascia in dote ai più giovani quantità, qualità e sopratutto esperienza, che in B non deve mai mancare. Per distacco, i rossoblù sembrano la squadra sulla carta più competitiva, completa in tutti i reparti e guidati da un allenatore che, nonostante la retrocessione della scorsa stagione, ha dimostrato ottime idee ed una mentalità corretta. Il peso della responsabilità graverà tutto sulle loro spalle e sui giocatori di più esperienza.
Al suo inseguimento la seconda candidata alla vittoria è il Parma di Gigi Buffon, grandissima delusione della scorsa stagione che, anche quest’anno, non ha badato a spese: ai confermati Man, Sohm, Bernabe ed “El Mudo” Vazquez, sono arrivati calciatori del calibro di Tutino, Mihaila, Estevez, Ansaldi e Romagnoli che, tra i tanti, sono andati a completare una rosa già di per sé competitiva con caratteristiche che, probabilmente, ai ducali mancavano. La prima partita della stagione, infatti, ha dimostrato come anche con squadre arroccate in difesa, una rosa talmente qualitativa come quella del Parma riesca ad arrivare al tiro in maniera quasi indisturbata, pur peccando in fase difensiva. L’obbiettivo principale di questa prima parte di stagione? Sicuramente recuperare Roberto Inglese, un giocatore le cui ottime prospettive si sono scontrate sempre contro dei problemi fisici che non lo hanno mai abbandonato.
Leggermente alle spalle poi troviamo l’altra neo retrocessa, il Cagliari di Leonardo Pavoletti che è anche, al momento, la squadra delle tre che ha convinto meno in queste prime giornate di campionato. Vero, i sardi sono stata sicuramente la squadra più “cantiere” delle tre, con alcuni giocatori importanti che, nonostante siano rimasti in sardegna, hanno avuto le valigie in mano per praticamente tutto il mercato, ma la forse inaspettata conferma di Nandez, Rog e Pereiro ha permesso a Liverani di ritrovarsi al 2 settembre con un centrocampo di tutto rispetto, forse il più forte delle 20 compagini.
Sostituito il brasiliano Joao Pedro con l’esperto Lapadula, anche il Cagliari ha effettuato dei colpi importanti, magari con nomi meno altisonanti rispetto alle dirette concorrenti ma, sicuramente, ottimali al gioco imposto dal mister. Il ritorno di Mancosu, già andato in rete grazie ai suoi proverbiali inserimenti alle spalle delle punte, assieme all’estro di Pereiro e alla solidità che porteranno Viola, Goldaniga ed il rientrate Barreca, rendono i sardi una squadra compatta, qualitativa ed esperta, tre plus che, assieme al Unipol Domus, storicamente campo osticissimo, porteranno sicuramente i rossoblu a contendersi fino all’ultimo la promozione diretta.
Chi davanti? Difficile dirlo, ma sicuramente nel caso in cui una di queste tre squadre non dovesse arrivare al risultato atteso, la stagione verrà connotata come fallimentar.
Venezia, Como e Pisa, “stavolta ci siamo anche noi!”
Dopo le prime tre, ritroviamo un altro trio molto interessante, composto da Venezia, Como e Pisa, sulla carta più indietro rispetto alle dirette concorrenti, ma pronte a far battaglia e mettere la freccia per superarle.
La prima citazione non può che essere quella del Venezia, terza retrocessa dalla scorsa stagione che, in questo folle calciomercato, ha piazzato probabilmente due dei quattro colpi senza senso di questo mercato, portando in Italia (in B, ricordiamolo) giocatori del calibro di Pohjanpalo e Cheryshev, calciatori che con la cadetteria non hanno nulla a che fare, anche dal punto di vista anagrafico.
I veneti hanno mantenuto una buona ossatura dall’anno scorso, basti pensare a Busio, Cuissance e Johnsen, andando poi a rinforzarla con colpi ad effetto che seguono una linea ben precisa tracciata già l’anno scorso dalla società statunitense: portare il laguna ottimi calciatori pescando dall’estero. Questa scelta lo scorso anno non ha pagato, ma nonostante ciò in laguna hanno deciso di perseguirla per un campionato di per sé difficile che, quest’anno, è già stato valuitato da molti come “il più spettacolare degli ultimi 15 anni”.
Subito alle spalle poi arrivano due altre proprietà richissime, che hanno portato in Italia calciatori importanti e si candidano di diritto ad un campionato da protagonisti, Pisa e Como.
Partiamo dal Pisa, obbligati dal favoloso campionato scorso che li ha portati ad un passo dalla Serie A (battuti in finale Play Off dal Monza, ndr) a ritentare l’impresa, sicuramente cercherà di ripetersi anche quest’anno nonostante un inizio certamente non esaltante.
Sotto la torre l’entusiasmo è tanto e, nonostante alcune partenze importanti (Lucca verso Amsterdam e Birindelli verso la Brianza), la rosa neroazzurra è rimasta di qualità e, soprattutto, tanta sostanza, caratteristica principale della squadra neroazzurra.
La conferma di Torregrossa ha permesso ai toscani di cercare una continuità tecnica e fisica che potrebbe dare i suoi frutti, anche grazie all’acquisto di alcuni giovani interessanti che, alternati in maniera intelligente, porteranno sicuramente linfa nuova ad una squadra che con Cissè. Morutan, Marin, Nagi e Ionita vuole continuare a stupire. Ce la faranno anche quest’anno? Sarà complicato ma hanno le carte in regola per riconfermarsi.
La squadra che però più di tutte ha stupito in questa sessione di mercato è stata sicuramente il Como della famiglia Hartono che, dopo un anno di transizione, ha deciso di premere il piede sull’acceleratore per creare una rosa di livello che partecipi al campionato da protagonista, senza paura.
Praticamente smantellata la squadra che si è salvata senza particolare patemi lo scorso anno, la squadra comasca si è rinforzata con giocatori di assoluto livello: il colpo per eccellenza di tutto il calciomercato, per lo meno a livello mediatico è stato quello di Césc Fabregas, il pluricampione spagnolo che ha deciso di finire la sua carriera sul Lago prima di diventare azionista del club, A lui, poi, si sono susseguiti altri giocatori importantissimi arrivati da categorie superiori: prima Baselli, in cerca del riscatto definitivo dopo anni di calvario, poi Cutrone, Faragò, Iannou ed il bomber Mancuso, andando così a creare un undici titolare di assoluto livello.
Saranno in grado di rompere la conclamata egenoia delle più blasonate su citate? Solo il campo lo saprà dire.
Ruolo? Per Frosinone, Benevento, Brescia e Ascoli sicuramente quello da Outsider.
Come in ogni campionato che si rispetti, troviamo poi delle squadre la cui ambizione è stupire ed il consueto “dar fastidio alle grandi” sperando poi in un campionato di vertice. Lo è stato la Cremonese l’anno scorso, punteranno ad esserlo sicuramente Frosinone, Benevento, Brescia ed Ascoli.
Il Frosinone, sotto l’attenta guida di Fabio Grosso, si è affidato alle sagge mani di Angelozzi che, come suo solito, ha fatto il massimo per creare una squadra competitiva fatta da un mix di giovani e giocatori di esperienza. Vero, ha perso pedine fondamentali come Ciano (destinazione Benevento), Novakovic (approdato in Laguna) e Ricci (volato in Turchia), ma ha puntato soprattutto su calciatori di assoluto livello, abbasando poi monte ingaggi ed età media: se infatti il mercato si era aperto con Lucioni, protagonista nella cavalcata del Lecce dello scorso anno, ha poi regalato giocatori giovani come Luca Moro, Mulattieri, Caso e Ciervo completanto poi la rosa con Insigne (scambio con Ciano), Konè, Mazzitelli, Frabotta e Sampirisi, creando un’ossatura completa in tutti i reparti con caratteristiche idonee alle idee tattiche del mister.
Non da meno si è comportato il Benevento che, scosso ad inizio estate dall’addio del presidente Oreste Vigorito (poi rientrato), ha vissuto un mercato abbastanza inusuale, con il costante rischio di una rivoluzione/involuzione che poi non si è concretizzata. Per la prima volta dopo anni la Strega parte con i riflettori meno puntati su di sè, ma anche e soprattutto per questo la squadra di Caserta cercherà di essere pragmatica e ritagliarsi un ruolo da protagonista in cadetteria. Nonostante le illustri cessioni, una su tutte quella di Lapadula, aver portato in campania giocatori come Forte, Koutsupias, La Gumina e Veseli ha permesso a Caserta (anche lui in bilico) di poter avere una squadra competitiva che punterà a stupire, appoggiandosi comunque su Glick, Tello, Foulon, Letizia, Viviani, Acampora e Improta, un’ossatura solida che permetterà al Benevento di poter puntare ai Play off.
Play off d’obbligo invece per il Brescia, anche quest’anno puntellato dall’eccentrico presidente Cellino.
I ritorni di Ndoj e di Benali, più gli arrivi di Moreo, Viviani e Jallow hanno dato alla squadra quello che, sulla carta, serviva per tentare di nuovo l’affondo promozione. La squadra capitanata da Bisoli, nonostante abbia salutato giocatori di spessore come Palacio, Spalek e Joronen, si affiderà ai suoi calciatori più qualitativi, trascinati sicuramente da Ayè, sempre più leader dell’attacco lombardo, e sulla solidità difensiva della coppia Cistana-Papetti-Mangraviti.
L’ultimo ruolo da outsider invece spetterà, probabilmente, ad una squadra che anno dopo anno ha creato una base solida per poter dire la sua anche in ottica promozione, cioè l’Ascoli. Sicuramente ci saranno nomi di squadre più “pesanti”, ma l’Ascoli sta dimostrando (sebbene le prime partite di campionato non sono mai un indice attendibile) di avere le carte in tavola per fare il definitivo salto di qualità.
La squadra capitanata dall’eterno Dionisi è stata puntellata in tutti i reparti, andando a rinforzare una squadra che ha salutato nomi illustri (Sabiri su tutti), ma che ha pescato giocatori importanti già pronti e giovani (o vecchie) scommesse: Gondo, chiamato al definitivo salto di qualità, sembra aver trovato il suo habitat naturale, Gnahorè e Calligara doneranno onnipresenza e muscolarità ad un centrocampo chiamato a sorreggere la fase offensiva di qualità a cui si aggiungeranno le doti tecniche di Pedro Mendes ed il ritorno di Bellusci, a quasi 13 anni dal suo addio che lo ha lanciato nel calcio che conta, andrà a rinforzare una difesa già di per sé solida grazie a Eric Botteghin, Simic e Leali in porta.
Sicuramente il nome dell’Ascoli può spiazzare i più: riuscirà il lavoro svolto negli anni a permettere ai bianconeri di fare il definitivo salto di qualità? Parola al terreno verde di gioco.
Mucchio selvaggio con Palermo, Ternana, Cittadella, Reggina e Modena
Nel gruppone centrale, quello da cui spesso emergono grandi cavalcate (ma anche grandi delusioni), abbiamo delle società che hanno fatto degli investimenti importanti per poter dire la loro in campionato.
Su tutte abbiamo la Reggina. Tutti ricordiamo la boutade del ex presidente Gallo, arrestato per autoriciclaggio, che sembrava dare inizio ai titoli di coda della società granata che, invece, non solo ha cambiato proprietà ma ha trovato grazie ad essa una linfa economica nuova che le ha permesso di prendere giocatori qualitativi in tutte le parti del campo, come ad esempio l’ultimo colpaccio, Hernani dal Parma.
Santander, Ricci, Canotto, Obi, Majer, Di Chiara, Bouah, Gagliolo, Camporese e Ravaglia sono solo alcuni degli acquisti di questo calciomercato, che hanno affiancato la spina dorsale della squadra che si appoggia su capitan Grisetig e l’intramontabile Menez.
In Calabria, dopo due anni di transizione, cercheranno di agguantare i play-off.
A seguire troviamo un’altra nostra vecchia conoscenza, la Ternana di Lucarelli che sta vivendo, in realtà, un periodo non proprio florido.
La squadra umbra, che anche l’anno scorso ha proposto un ottimo calcio, sta vivendo un momento particolare, dato da alcuni risultati ritenuti non all’altezza e a dei dissapori tra Lucarelli ed il presidente Bandecchi che, già dall’inizio di questa estate, sono risultati particolarmente ingombranti. Il trio delle meraviglie, Falletti Donnarumma Partipilo però è pronto per mettere a tacere tutte le critiche e per lanciare il primo assalto ai playoff di categoria. Da non sottovalutare l’innesto di Raul Moro dalla Lazio, enfant prodige alla sua, probabilmente, prima stagione da protagonista.
Il bel gioco, il pressing a tutto campo e la grande intensita sono sicuramente i segni distintivi dei rossoverdi, ma se la situazione non dovesse raffreddarsi, il campo (che ha già “regalato” delle brutte sorprese con infortuni pesanti) potrebbe regalare brutte sorprese.
Dietro scalpita poi il Cittadella. Nonostante il cambio tecnico della scorsa stagione (Venturato che ha lasciato la panchina dopo 6 anni), i veneti non hanno perso il passo e, anzi, se la sono cavata bene raggiungendo ancora una volta i play-off, nonostante gli addetti ai lavori la vedessero come una delle vittime sacrificali del torneo, merito sicuramente di una base di lavoro creata negli anni che, si spera, porterà i suoi frutti anche questa stagione.
Come suo solito, i granata hano cambiato poco durante l’estate, rinforzandosi con Asencio ed Embalo davanti, oltre che con la muscolarità di Carriero a centrocampo.
Troviamo poi le prime due neopromosse, il Modena e l’attesissimo Palermo.
I canarini hanno aperto il mercato con un doppio colpo da urlo (per lo meno per una neopromossa), aggiudicandosi fin da subito Falcinelli e Diaw e creando così una coppia d’attacco completa ed imprevedibile superiore, sulla carta, a molti altri reparti avanzati della categoria.
I primi risultati altalenanti non devono trarre in inganno perché la squadra di Tesser è pronta a dare il filo da torcere a tutti, anche grazie ad una campagna di rafforzamento che vede come colpo principale quello di Gargiulo a centrocampo, che va tralaltro a rafforzare un settore già completo di per sé grazie a Tremolada, Oukhadda, Armellio e Gerli, oltre al neo acquisto Mosti sulla trequarti. De Maio, poi, ha portato solidità ed esperienza ad un reparto, quello difensivo, che sembra essere quello meno completo in questo momento, pur potendo contare su un terzino che ha fatto tanto parlare di sé, cioè Paulo Azzi. L’entusiasmo del ritorno in B darà sicuramente una spinta in più ai rossoblu che, però, dovranno sgomitare contro tutto e tutti per dire la loro nel torneo.
Termina il gruppo il Palermo, fresco dell’acquisizione da parte del City Group, una mossa che ha fatto andare in visibilio un’intera città ma che, al tempo stesso, ha creato anche un po’ di scompiglio all’interno dell’organigramma.
Come un fulmine a ciel sereno, infatti, è arrivata in estate la rinuncia del tecnico Baldini, vero artefice della scalata che ha permesso ai rosanero di tornare in B vincendo i playoff contro squadre ben più blasonate e complete. “Visioni differenti” sembra, ma comunque non certo un buon segno, nonostante poi sia arrivato un tecnico capace come Corini.
I siciliani hanno puntato tanto su una campagna acquisti di livello, soprattutto perché la rosa dello scorso anno, a ragion veduta, è stata considerata non all’altezza della categoria: dopo aver blindato Brunori, attaccante da doppia cifra anche in B se messo nelle giuste condizioni, sono arrivati giocatori di qualità: Vido, Di Mariano, Segre, Saric, Stulac, Mateju, Sala e Bettella, gente forte ed esperta, che la Serie B l’ha fatta e l’ha vinta, che ha alzato indubbiamente la qualità della rosa, ma nonostante questo i rosanero devono accingersi ai nastri di partenza a luci spente e con la consapevolezza che non sono solo i nomi a vincere, ma è la squadra nella sua interezza ed una idea di gioco concreta, capace di portare i risultati. Ce la faranno? Difficile dirlo, ma a settembre loro dovranno fare a spallate con avversari magari meno forti ma più organizzati di loro, che hanno cambiato tanto, anche troppo.
Si salvi chi può tra Perugia, Spal, Cosenza e Sudtirol
Arriviamo adesso alla parte più bollente dello schieramento, quella della lotta alla salvezza.
Il Perugia, nonostante l’ottimo campionato dello scorso anno, appare una delle squadre più indebolite che rischia di ritrovarsi immischiata nelle parti più basse della classifica.
Gli ultimi arrivi di Di Carmine, Bartolomei e Vulic hanno sicuramente portato qualità e tecnica nella rosa di Castori, ma l’impressione è che gli umbri soffriranno e non poco per ritagliarsi uno spazio adatto in questa categoria, quest’anno. La permanenza di Kouan, vero uomo in più a centrocampo quando in forma, è fondamentale, così come dovrà essere fondamentale l’apporto della panchina di Ryder Matos per dare un po’ di estro e brio ad un attacco che pare essere solo molto fisico ed esperto, come il proprio allenatore ha richiesto.
Subito dopo di lei c’è poi la Spal, una squadra che dopo la retrocessione dalla Serie A non è riuscita più a ritrovare il bandolo della matassa, dando vita ad un campionato più disastroso dell’altro, avvicinandosi pericolosamente alla zona play-out. La svecchiata dell’attacco, grazie agli arrivi di Moncini e La Mantia, ha sicuramente portato linfa nuova in Emilia, ma le trame di gioco (affidate all’esperto Zuculini) e la compattezza del gruppo non sembrano più quelle di una volta. In una Serie B tanto competitiva sarà sicuramente difficile, per loro, ritagliarsi uno spazio importante in questo campionato che preveda qualcosa in più di una, magari, tranquilla salvezza. Le trame di mister Venturato, sicuramente bisognose di tempo per essere applicate, dovranno essere l’arma in più dei biancoazzuri.
Le due squadre più pericolanti sembrano però Cosenza e Sudtirol.
La squadra Calabrese si è salvata ai playout sconfiggendo la più quotata Vicenza con una prova maiuscola in casa, trascinata dall’intramontabile Larrivey che, dopo anni difficili, sembra aver trovato il suo habitat naturale.
Il bomber argentino però non può trascinare da solo una squadra e, nonostante l’arrivo importantissimo di Calò dal Genoa, sulla carta il Cosenza sembra essere una delle squadre più candidate alla retrocessione, soprattutto se non riusciranno ad invertire il trand negativo in trasferta. La scoperta del giovane Florenzi sembra aver dato linfa nuova a centrocampo, con estro e velocità, e l’arrivo di Di Chiara dal Perugia e Brignola dal Benevento hanno portato tecnica e qualità, ma la storia degli ultimi campionati, ed una rosa che sembra non propriamente all’altezza delle altre compagini, li obbligherà ad un campionato difficile.
La squadra più pericolante però è il Sudtirol, compagine che l’anno scorso ha dominato il girone A battendo il ben più quotato Padova, ma che sembra essersi non essersi ambientato al meglio nella cadetteria, la prima nella sua storia.
Gli altoatesini non hanno cambiato tantissimo, pur rinforzandosi con colpi importanti quali Nicolussi Caviglia, alla sua prima grande occasione dopo il ritorno dall’infortunio al ginocchio che l’ha messo in difficoltà per molto tempo, Siega, Sprocati e Capone, oltre al bomber Marconi che cercherà di salvare la squadra dopo non esserci riuscito, lo scorso anno, ad Alessandria. Importantissimo dovrà essere l’impiego di Casiraghi, vero mattatore della scorsa stagione, che al momento ha visto pochissimo il campo ma che con le sue qualità può cambiare la partita in un battibaleno, entrando dalla panchina.
E il Bari?
Essere obbiettivi in questo caso è un po’ difficile.
Il Bari si accinge al campionato da neopromossa con l’obbiettivo di porre delle basi per i campionati precedenti. Il mercato ha regalato calciatori importanti, da Caprile in porta a Folorunsho a centrocampo, passando per Vicari e Zuzek in difesa e Salcedo, Cangiano e il francese Scheidler attacco, con le prime che partite hanno dimostrato come le idee tattiche di Mignani siano molto efficaci, anche più che in Serie C, grazie ad un calcio a viso aperto senza però disdegnare qualche fase di sofferenza durante la partita.
Gli innesti in attacco sono importanti, ma importanti sono anche i rischi che il DS Polito si è preso, andando a prelevare dall’esterno pedine fondamentali come il difensore centrale e l’attaccante, in quest’ultimo caso anche alla prima esperienza fuori patria a soli 24 anni, con un ingente investimento (vicino ai 2 milioni, ndr). Solo il campo potrà dire se le scelte saranno state quelle corrette, ma partire con i piedi di piombo è d’obbligo, soprattutto per la qualità che, quest’anno, la Serie B ha messo in gioco.
Probabilmente, a bocce ferme, la squadra di Mignani si troverà nel gruppone di mezzo, con qualche sogno ma anche guardandosi alle spalle, in un campionato che si preannuncia divertente e avvincente da qui a fine stagione.
AD OGGI GIOCHERANNO COSì:
ASCOLI (4-3-3): Leali; Donati, Botteghin, Bellusci, Falasco, Collocolo, Buchel, Caligara; Dionisi, Gondo, Bidaoui. Allenatore: Bucchi.
BARI (4-3-1-2): Caprile; Pucino, Terranova, Di Cesare, Ricci; Maiello, Maita, Folorunsho; Bellomo; Cheddira, Antenucci. Allenatore: Mignani.
BENEVENTO (4-3-2-1): Paleari; Letizia, Pastina, Glik, Foulon; Acampora, Viviani, Karic, Tello, La Gumina, Farias. Allenatore: Caserta.
BRESCIA (4-3-1-2): Lezzerini; Karacic, Cistana, Adorni, Huard; Bisoli, Van de Looi, Ndoj; Moreo; Bianchi, Ayè. Allenatore: Clotet.
CAGLIARI (4-4-2): Radunovic; Zappa, Goldaniga, Altare, Obert; Rog, Makaoumbou, Deiola, Nandez; Lapadula, Mancosu. Allenatore: Liverani.
CITTADELLA (4-3-1-2): Kastrati, Cassandro, Perticone, Frare, Donnarumma, Vita, Branca, Danzi, Antonucci, Asencio, Baldini. Allenatore: Gorini
COMO (4-4-2): Ghidotti; Vignali, Scaglia, Binks, Ioannou, Parigini, Arrigoni, Bellemo, Blanco, Cerri; Mancuso. Allenatore: Gattuso.
COSENZA (4-3-3): Matosevic; Rispoli, Vaisanen, Rigione, Panico; Voca, Florenzi, Vallocchia; Brignola; Butic, D’Urso. Allenatore: Dionigi.
FROSINONE (4-3-3): Turati; Oyono, Szyminski, Lucioni, Cotali; Boloca, Kone, Rohden; Garritano, Moro, Caso. Allenatore: Grosso.
GENOA (4-4-2): Martinez, Hefti, Dragusin, Bani, Pajac, Portanova, Badelj, Gudmundsoon, Frendrup, Ekuban, Coda. Allenatore: Blessin
MODENA (4-3-1-2): Gagno; Oukhadda, Cittadini, De Maio, Ponsi; Gargiulo, Gerli, Armellino; Tremolada; Diaw, Bonfanti. Allenatore: Tesser.
PALERMO (4-2-3-1): Pigliacelli; Buttaro, Nedelcearu, Lancini, Crivello, Broh, Damiani, Stulac; Elia, Floriano, Brunori. Allenatore: Corini.
PARMA (4-3-2-1): Buffon, Coulibaly, Romagnoli, Circati, Oostewalde, Juric, Bernabe’, Man, Vasquez, Mihaila, Inglese. Allenatore: Pecchia
PERUGIA (3-5-2): Gori; Rosi, Curado; Dell’Orco, Casasola, Righetti, Vulic, Kouan, Ioannou; Iannoni, Melchiorri, Di Serio. Allenatore: Castori
PISA (4-3-1-2): Nicolas; Berra, Caracciolo, Leverbe, Beruatto; Toure, Nagy, Mastinu; Cohen; Puscas, Masucci. Allenatore: Maran.
REGGINA (4-3-3): Colombi; Cionek, Gagliolo, Giraudo, Di Chiara; Liotti Fabbian, Pierozzi; Crisetig, Ricci, Menez, Rivas. Allenatore: Filippo Inzaghi
SPAL (4-3-1-2): Alfonso; Meccariello, Dickmann, Arena, Tripaldelli, Zanellato, Esposito, Proia, Maistro, Moncini, La Mantia. Allenatore: Venturato
SUDTIROL (4-3-3): Poluzzi, Curto, Carretta, D’Orazio, Nicolussi Caviglia, Belardinelli, Casiraghi, Pompetti, Zaro, De Col, Odogwu. Allenatore: Bisoli
TERNANA (4-3-1-2): Iannarilli, Sorensen, Bogdan, Capuano, Martella; Palumbo, Di Tacchio, Coulibaly; Partipilo; Pettinari, Donnarumma. Allenatore: Lucarelli.
VENEZIA (4-3-3): Joronen; Zampano, Wisniewski, Ceccaroni, Haps, Crnigoj, Busio, Cuisance; Pierini, Novakovich, Johnsen. Allenatore: Javorčić