Ormai è cosa fatta, le strade di Christian Galano ed il Bari si incroceranno di nuovo, una mossa di mercato che, un po’ a sorpresa, aprirà il terzo capitolo della storia infinita fra il foggiano ed i galletti.
Il ritorno del figliol prodigo” è, in realtà, la chiusura di un cerchio che porterà Galano ad essere l’unico calciatore ad aver vestito la maglia biancorossa in tutte le sue ultime “anomali” vesti, dall’AS Bari, maglia della consacrazione, alla FC Bari 1908 prima con Paparesta, poi con Giancaspro, per finire proprio con l’SSC Bari, nata dalle ceneri delle ultime disastrose gestioni. Segno del destino?

Sugli accordi economici ancora non si sa nulla, ma è evidente che a fare la differenza in questa operazione (ingresso di Galano al posto dell’ormai scontento Manuel Marras, andato al Crotone in Serie B), sia stata la voglia di riscatto o, più semplicemente la voglia di Bari, che l’esterno foggiano ha espresso negli ultimi tempi quando è finito ai margini del progetto pescarese di Gaetano Auteri, ex mister biancorosso.

Rendimento altalenante

Fin dal principio, la carriera di Christian è stata influenzata dall’incostanza del suo rendimento: dopo la “Meravigliosa stagione fallimentare” infatti, tutti si sarebbero aspettati da lui (autentico protagonista di quella cavalcata) il definitivo salto di qualità, salto di qualità che non è mai arrivato, per lo meno nei termini previsti. Prima con Mangia, impiegato per lo più come esterno di centrocampo, poi con Nicola, l’esplosività e la classe dell’allora giovane promessa biancorossa non furono mai sfruttate a dovere, tanto da forzarne la cessione al Vicenza “per il bene di tutti”.
Nella sua avventura in Veneto, Galano per la prima volta “sperimenta” due nuovi ruoli, passando dal fare l’esterno a fare il trequartista e la seconda punta nella seconda parte  del campionato, girovagando alle spalle di un’altra vecchia nostra conoscenza, Filip Raicevic, che con la maglia del Vicenza diventerà un’autentica rivelazione attirando su di se l’attenzione di mezza Serie A.
Il rendimento ancora una volta altalenante, però, porterà Galano a sposare nuovamente la causa barese a gennaio del 2017 sotto l’attenta guida di Colantuono, guida che, nonostante i risultati scarsi ottenuti poi a fine stagione, avrà un’intuizione fondamentale: affiancare Christian a Brienza e Floro Flores (ancora una volta da seconda punta), formando con loro un tridente tutta fantasia e classe che, da solo, spazzerà via il Benevento di Baroni. Da gennaio a fine campionato Galano metterà a segno 7 reti (più di quante ne abbia segnate a Vicenza in una stagione e mezza), spaziando per l’appunto da esterno destro nel 433, a seconda punta o trequartista nel 4312 (o 4321).

L’effettiva consacrazione arriverà sotto la guida di Grosso l’anno successivo, un campionato che vedrà Galano timbrare il cartellino per ben 14 volte (tornando di nuovo esterno destro) formando con Improta un duo sulle fasce a tratti imprendibile, illudendo per un attimo il popolo biancorosso che toccherà il cielo con un dito al 90esimo del derby casalingo con il Foggia, sbloccato dallo stesso Galano (foggiano di nascita) allo scadere riportando per la prima volta dopo 8 anni il Bari in testa alla classifica di serie B. Come nella più triste delle storie, il destino beffardo ci metterà di nuovo lo zampino, scombussolando nuovamente le carte in tavola il 16 luglio del 2018, data in cui l’FC Bari 1908 di Giancaspro fallisce definitivamente, proprio nel momento più alto della sua carriera.

Da quel momento in poi, Galano vestirà 3 maglie: quella del Parma che lo acquista da svincolato, quella del Foggia che lo preleverà in prestito per un anno, e quella del Pescara, maglia con cui tornerà a livelli medio/alti giocando, di nuovo, in zone più centrali e segnando ben 18 gol in due stagioni, una squadra che nel giro di un anno passerà dal giocarsi la A ai playoff a retrocedere mestamente in B la stagione successiva.

La metamorfosi tattica e l’inserimento nello scacchiere di Mignani

Uno dei dubbi più frequenti che in queste ore affligge i tifosi biancorossi è: ma Galano dove dovrebbe giocare in questa squadra che non prevede l’utilizzo di esterni offensivi?
Il dubbio è lecito, ma lo stesso Christian ha dimostrato di poter giocare sia da trequartista che da seconda punta a Vicenza, a Bari e Pescara.
Sebbene non sia il suo ruolo naturale, la maturità tattica di un calciatore che quest’anno spegnerà le 31 candeline, l’ha portato più volte a giocare in posizioni centrali, potendo così sfruttare le sue qualità nello stretto (che non possono e non devono essere messe in discussione), e anche le qualità balistiche, vedendo più da vicino la porta. Se calato al 100% in un progetto funzionale e vincente, il “Robben di Puglia“, come più volte è stato soprannominato, ha dimostrato di poter essere determinante e decisivo, purché la testa e le motivazioni lo accompagnino. Proprio questo sarà il punto cruciale del suo ritorno, le motivazioni: Christian è un giocatore umorale, tanto forte tecnicamente quanto fragile mentalmente, fragilità che spesso l’ha portato a perdere motivazioni in corso d’opera dopo un inizio di stagione travolgente, spesso a causa degli scarsi risultati della squadra, ancor spesso a causa di eventuali ballottaggi che ha dimostrato di non sopportare mai di buon grado.


Tecnicamente arrivato come sostituto naturale di Marras (quindi, al momento, riserva) nel 4312 che, fin ora, si è dimostrato vincente di mister Mignani, Galano potrà essere utilizzato sia da trequartista (per lo meno fino al rientro di Ruben Botta), sia da seconda punta al fianco di Antenucci, con la possibilità di spostarsi anche sulla fascia per permettere gli inserimenti delle mezzali biancorosse.

Categorized in:

Tagged in: