Torna la rubrica dei movioloni, dopo la contestatissima partita contro la Carrarese in cui, in ordine, il Bari lamenta di una mancanza di due rigori (un tocco di mano ed un tocco su Lasagna) ed un gol annullato per fuorigioco millimetrico.

Andiamo quindi ad analizzare caso per caso quello che è successo ieri sera al San Nicola.

Minuto 55, tocco di braccio di Imperiale

Al minuto 55 c’è un tocco di braccio evidente su un tiro biancorosso da fuori area, un episodio lontanamente simile a quello che vide protagonista Coli Saco contro il Cosenza, ma che ha molte differenze che avallano entrambe le scelte in campo.

Il tiro impatta infatti contro il braccio del difensore, lucido però nel tenerlo più attaccato possibile al corpo, proprio per evitare possibili ripercussioni.

Da alcuni replay il braccio può sembrare largo, ma in realtà quella sensazione deriva dal moviento che il braccio fa (naturalmente) dopo l’impatto. Al momento dell’impatto e subito prima, infatti, il braccio è ben rigido e vicino al corpo, motivo per cui la decisione presa in campo è corretta. Infatti, da regolamento (Regola 12, falli e scorrettezze):

”È un’infrazione se un calciatore:
 – Tocca deliberatamente il pallone con le proprie mani / braccia, per esempio muovendo mani o braccia verso il pallone.
 – Tocca il pallone con le proprie mani / braccia quando queste sono posizionate in modo innaturale aumentando lo spazio occupato dal corpo.

Si considera che un calciatore stia aumentando lo spazio occupato dal proprio corpo in modo innaturale quando la posizione delle sue mani / braccia non è conseguenza del movimento del corpo per quella specifica situazione o non è giustificabile da tale movimento.
Avendo le mani / braccia in una tale posizione, il calciatore si assume il rischio che vengano colpite dal pallone e di essere quindi sanzionato.”

In questo caso, nessuna delle due circostanze si è verificata, infatti il pallone non è stato toccato di braccio deliberatamente ed il braccio stesso non ha aumentano in modo innaturale lo spazio occupato dal corpo.

Minuto 75, fallo su Lasagna

Ben altra attenzione merita invece il caso al minuto 75 in cui un difensore della Carrarese, anticipato da Lasagna, lo colpisce con la punta del piede.

Questo è un caso spinoso, in quanto il tocco del difensore c’è, ma è stato valutato dall’arbitro come simulazione da parte di Lasagna, che infatti verrà ammonito.

In una casistica come questa, entrano in ballo due fattori principali: il primo è il contatto in sé, il secondo è l’entità

Per quanto riguarda il contattoin sé, rivedendo l’immagine ci verrebbe spontaneo dire “il tocco c’è, quindi è rigore”.
Sui falli, purtroppo, non esiste omogeneità non essendo i contatti fallosi oggettivi. In questo caso, il tocco sulla caviglia di Lasagna c’è ma viene ritenuto non falloso (ricordiamo che il calcio è uno sport di contatto) e soprattutto la reazione di Lasagna evidentemente esagerata tanto da ammonirlo per simulazione.

Da parte dell’AIA (Associazione Italiana Arbitri) ormai da anni (almeno 3) c’è una chiara direttiva, evitare i “rigorini”. Per i rigorini Rocchi si è espresso in questo modo:
I calciatori devono capire che non possono cadere per nulla e coi micro contatti non è rigore“, specificando poi settimana scorsa che “Non si interviene su tutti i contatti in area. Hai la capacità di stabilire con una bilancia il contatto? No, infatti il nostro compito principale è fare bene gli arbitri.”

Cosa significa questo? Significa che:

  • un tocco, sebbene possa sembrare evidente, non è sempre fallo, soprattutto in caso di rigore in cui Rocchi ha chiesto più volte una tolleranza più alta;
  • un tocco per essere fallo richiede un’entità che è difficile da stabilire da un monitor, motivo per cui se un contatto è ravvisato sul campo di gioco dall’arbitro è difficile che il VAR intervenga.

Cosa è successo in questo caso?

L’arbitro ha visto il contatto e l’ha valutato non falloso, prova ne è che il VAR (che ha sicuramente visto il contatto al replay) non l’ha richiamato. Il calcio infatti è ritenuto uno sport di contatto, non tutti i contatti sono punibili e non tutti i contatti sono “meritevoli di un calcio di rigore” (cit sempre di Rocchi qualche tempo fa).
La domanda principale è “poteva richiamarlo”? La risposta qui è difficile perché su un contatto ravvisato in campo, il potere decisionale del VAR è prossimo allo zero. Se invece l’arbitro non avesse visto il contatto o l’entità del fallo sarebbe stata ritenuta più grave (ad esempio “grave fallo di gioco” o “condotta violenta” per cui scatterebbe un cartellino rosso), avrebbero potuto richiamarlo al monitor.

Ma quindi è o non è rigore?

La risposta non è semplice. Se dobbiamo attenerci al solo tocco, considerandolo quindi sempre punibile, è rigore. Se dobbiamo invece rifarci all’entità del tocco e all’azione, secondo le linee guida del AIA, la scelta del direttore di gara, seppur dubbia, è condivisibile.
Sulla questione potremmo parlare per ore, ma pur facendolo nessuno avrebbe una verità incontrovertibile, tant’è che molti tifosi reputano corretta la decisione del direttore di gara.
E’ sicuramente un caso al limite, su cui le recriminazioni sono giustificabili.

Minuto 85, gol annullato per fuorigioco di Pucino

Eccoci qui alla decisione più controversa della partita, che ha scatenato l’ira non solo dei tifosi, ma anche del tecnico Longo e degli addetti ai lavori.

Un gol solare, con la palla entrata di mezzo metro e non ravvisato in un primo momento dall’arbitro, viene annullato per un precedente fuorigioco di Pucino che, in fase d’attacco, partecipa all’azione.

Per capire bene cosa è successo, dobbiamo analizzare tutta l’azione:
Manzari, su una ribattuta della difesa, serve Pucino che ha meno di un mezzo piede in fuorigioco come possiamo vedere dalla foto.
E’ una misurazione che ai più può risultare ridicola, ma rimane una delle ultime cose oggettive che rimangono nel calcio attuale.
Il regolamento attuale, infatti, non prevede la logica della “luce tra un calciatore e l’altro”, cosa che molto addetti ai lavori vorrebbero reinserire, bensì (Regola 11, Fuorigioco):

Un calciatore si trova in posizione di fuorigioco se:
• una qualsiasi parte della testa, del corpo o dei
piedi è nella metà avversaria del terreno di gioco
(esclusa la linea mediana) e
una qualsiasi parte della testa, del corpo o dei
piedi è più vicina alla linea di porta avversaria
rispetto sia al pallone, sia al penultimo avversario.

Le mani e le braccia di tutti i calciatori, compresi i portieri, non sono da considerare.
Al fine di determinare una posizione di fuorigioco, il limite superiore del braccio
coincide con la parte inferiore dell’ascella.”

Ecco quindi che si verifica il fattaccio: parte del piede di Pucino è oltre il difensore, lui partecipa all’azione, toccando palla ridandola a Manzari, e quindi la sua posizione è punibile.
Il gomito, come alcuni tifosi erroneamente stanno evidenziando, non è una parte del corpo considerabile per il fuorigioco.

Qualcuno potrebbe obbiettare sul fatto che Pucino non partecipa attivamente all’azione e dal suo passaggio passa del tempo (tra i 6 ed i 7 secondi, ndr), ma il protocollo VAR sul fuorigioco prevede che un’azione d’attacco (o attack in progress) si interrompe quando il possesso cambia (es, se anche per un secondo la Carrarese avesse ripreso controllo della palla) o se l’azione diventasse ininfluente ai fini dell’attacco.
In questo caso, invece, Pucino ridà palla a Manzari, con quest’ultimo che la passa a Benali dai cui piedi nasce il cross che porta al gol, quindi il possesso non cambia mai e la partecipazione di Pucino all’azione del gol, sebbene possa sembrare lontana, è attiva.

Ma come funziona il rilevamento del fuorigioco, sono VAR e AVAR che tirano le linee? Queste potrebbero essere storte? Potrebbero sbagliare a rilevare il momento in cui il calciatore tocca il pallone?

Da anni ormai esiste un software revisionato ed accettato da Lega, Aia e Uefa che automatizza in parte questo processo. Non parliamo, purtroppo, del fuorigioco semiautomatico ormai in vigore in A e nelle maggiori competizioni Mondiali, bensì di un software capace di:

  • riconoscere il momento in cui il pallone viene calciato;
  • tracciare le linee del fuorigioco in maniera precisa, rifacendosi sulle coordinate e le prospettive delle telecamere che, per quanto riguarda il fuorigioco, sono fisse.

Va da se quindi capire che VAR e AVAR sono assistiti in maniera perfetta dal software. Gli unici due interventi che l’umano deve fare sono:

  • confermare il momento del tocco del pallone;
  • selezionare i punti dei due calciatori da prendere in considerazione (quindi nel nostro caso tallone di Pucino e ascella del difendente).

Il margine di errore è infinitesimale e proprio per non arrivare a conclusioni affrettate il VAR si prende il tempo che gli serve per controllare tutto quanto, come per l’episodio di ieri sera che ha richiesto qualche minuto.

Se l’arbitro in campo avesse dato il gol, il VARavrebbe comunque annullato il gol?

La risposta è SI’.
Il VAR in caso di gol deve seguire un attento e preciso protocollo che prevede la verifica di tutto “l’attack in progress”.
In caso di gol, quindi, il VAR avrebbe comunque ricontrollato tutta l’azione, evidenziando il fuorigioco?

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