Tutti al VAR – Il moviolone di Teramo-Bari

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Foto di SSC Bari

Partita ricca di episodi da analizzare quella tra Teramo e Bari, finita 2-1 per i padroni di casa con ben 3 rigori concessi, tutti e tre parati dai portieri avversari.
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24 – Gol del Bari

Partiamo dal gol dei biancorossi al 24 minuto del primo tempo. Tutto nasce da un’invenzione di Marras che, spalle alla porta, con una magia mette Antenucci davanti a Lewandowski.
Antenucci parte in posizione indubbiamente regolare, quindi nessun dubbio e palla al centro, 0-1.

26 – Lollo Ammonito, 33 tocca a Marras

Un minuto dopo il Gol di Antenucci, Lollo arriva in ritardo su un avversario stendendolo. Era già stato richiamato qualche minuto prima dall’arbitro e questo fallo gli costa un giusto cartellino giallo, che lo limiterà per tutto il corso della partita.

Stesso discorso per Manuel Marras, anche lui in ritardo stende l’avversario e si becca il secondo giallo della partita.

37 e 44, Primi due gialli anche per i giocatori del Teramo

Il primo ammonito tra le file di casa è Mungo che stende Marras completamente in ritardo. L’azione continua, giustamente, in quanto il Bari è in fase offensiva e alla prima interruzione Mungo viene ammonito correttamente.

Al 44 invece è il numero 16 Vitturini a stendere un Rolando scatenato che già in precedenza stava per causare un’ammonizione a Santoro, sempre sulla fascia sinistra. Rolando supera Vitturini che lo stende in ritardo, anche qui giallo giusto.

 53 – Rigore per il Bari

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L’occasione che può cambiare la gara. Al 53 esimo Candellone approfitta di uno svarione di Tentardini per entrare in area ed essere atterrato dallo stesso difensore del Teramo. Rigore sacrosanto ma manca, abbastanza clamorosamente, il giallo a Tentardini che entra in ritardo e, pur cercando di giocare il pallone (prerogativa essenziale, secondo i regolamenti, per evitare il rosso diretto) atterra un attaccante involato verso la porta.

Il rigore poi è nella norma. Lewandowski, che lo parerà, fa un passo in avanti tenendo però il piede destro sulla linea, quindi tutto regolare.
La regola 14 infatti prevede che:
Quando il pallone viene calciato, il portiere difendente deve avere almeno parte di un piede che tocca la linea di porta o che sia in linea con essa.”

56 – Giallo a Semenzato

Un altro giallo tra le fila degli ospiti con Semenzato che affonda un pestone doloroso su Tentardini completamente in ritardo. Giallo giusto.

70 – Il rigore che cambia la partita

AL 70esimo ecco il secondo rigore della partita, quello per il Teramo.
Tutto nasce da un fallo e centrocampo di De Risio che entra in scivolata sul pallone alzando però troppo la gamba, un fallo imprudente che gli costa non solo la punizione, ma anche il cartellino giallo che, in quel momento, mette in grossa difficoltà il centrocampo barese con entrambi i mediani ammoniti.

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Il rigore nasce da una palla spiovente con Semenzato che, spalle alla palla, colpisce la sfera apparentemente con il braccio.
Il direttore di gara non sembra subito deciso ad assegnare il rigore, anche perché non è una situazione abbastanza semplice: per le nuove direttive, quasi ogni tocco di mano è punibile, specialmente in area di rigore, ma va aperta una parentesi.

Si è sempre sentito parlare di aree, area grigia, area rossa e area verde per quanto riguarda la parte del braccio su cui impatta il pallone. In questo caso Semenzato non solo è di spalle ma ha appena vinto un contrasto contro un avversario, un contrasto che lo “spinge” in avanti e lo obbliga a prendere equilibrio facendo un movimento abbastanza naturale con le braccia.
Sulla possibilità di concedere questo rigore se ne potrebbe parlare all’infinito. Semenzato tocca la palla con l’avanbraccio alto, quasi in corrispondenza della spalla, zona che più volte è stata considerata “zona grigia” o addirittura “zona verde”, ma i continui cambi regolamentari sui tocchi con il braccio rendono anche complicata un’interpretazione corretta ed univoca.

72 – Secondo rigore per il Teramo

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Per il secondo rigore, invece, pochi dubbi. 
La parata di Frattali, sfortunatamente, serve su un piatto d’argenti il pallone a Pinzauti, più veloce e lesto di tutta la difesa biancorossa che arriva in ritardo sul pallone.
Pinzauti mette il suo corpo davanti al pallone per prepararsi al tiro ma, alle sue spalle, arriva ancora Semenzato che cerca inequivocabilmente di rallentare l’avversario con un contrasto, contrasto che però è senza ombra di dubbio falloso in quanto lo colpisce all’altezza dell’anca.
Aggravante è che Semenzato non cerca il pallone ma cerca solo l’avversario. In questo caso altro errore del direttore di gara che non espelle direttamente per DOGSO Semenzato ma lo espelle con un doppio giallo, stesso risultato ma grandi differenze, soprattutto a livello regolamentare.

Si è parlato tanto di Pinzauti già dentro l’area prima del tiro di Arrigoni. Pinzauti è effettivamente in area al momento del tiro e, proprio perché è lui ad arrivare sul pallone dopo la parata di Frattali, questo comportamento è punibile e deve essere sanzionato.
La Regola 14, infatti, è molto chiara anche in questo, come da tabella allegata:

A dir la verità, la casistica giusta sarebbe la Numero 3, in quanto anche Semenzato al momento del tiro è all’interno dell’area di rigore, quindi il rigore andrebbe ripetuto, ma l’aggravante è indubbiamente il fatto che proprio l’attaccante punibile è quello che poi arriva per primo sulla ribattuta del portiere. E’ già accaduto l’anno scorso con Lapadula del Lecce che si è visto annullare un gol proprio per essere stato il primo ad approfittare della ribattuta del portiere avendo violato la Regola 13.
Proprio citando quel caso il capo degli arbitri Nicola Rizzoli spiegò che:
a meno che l’invasione non sia clamorosa, dal momento che c’è il VAR, si punisce soltanto l’ingresso anticipato di Lapadula che poi diventa decisivo, perché gli permette di siglare una rete. Quindi se fosse arrivato prima sul pallone un difensore invadente, il rigore sarebbe stato ripetuto, tuttavia siccome arriva prima un attaccante invadente la rete è da annullare e la ripresa del gioco va effettuata con un calcio di punizione indiretto.

Sulla stessa casistica poi ritornò in seguito rettificando:
“Il rigore di Lazio-Lecce, se l’arbitro avesse visto, sarebbe stato da ripetere: senza dubbio”, aggiungendo inoltre che c’era stato in inequivocabile errore da parte della terna.
Perché è tornato sui suoi passi? Perché la prassi non può sostituire la regola. Quindi rigore da ripetere.

La trasformazione del secondo rigore, invece, è ineccepibile. Frattali sempre bravo a tenere un piede sulla linea di porta è sfortunato nel rimbalzo, ma a buttare la palla in rete è il tiratore dello stesso rigore.